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Gli islamici di Minhaj-ul-Quran ospiteranno l’autore di un editto contro l’Isis  Gli organizzatori: «L’Islam condanna apertamente gli assassini indiscriminati»

Da Carpi, il primo ottobre, partirà una fatwa, ovvero un provvedimento, contro il terrorismo, da parete della comunità islamica.

L’associazione islamica Minhaj-ul-Quran ha organizzato al circolo Graziosi di via Sigonio, per quella data, alle 15.30 un appuntamento che vede come protagonista un esponente di spicco dell’Islam, Hussain Mohi-ud-din Qadri, figlio dell’autore di un editto contenuto nel volume dal titolo “Fatwa contro il terrorismo e attentati suicidi”. L’editto è stato adottato da tutte le correnti presenti tra i fedeli musulmani, che siano sciiti o sunniti ed è prevista una folta partecipazione al circolo Graziosi, all’evento del primo ottobre.

«Il libro si compone da una prefazione, tradotta in italiano da me e da un’altra ragazza – spiega Aisha Ali, giovane appartenente all’associazione organizzatrice dell’evento che interverrà prima della relazione del dottor Qadri – L’autore è un profondo studioso dell’Islam proveniente dal Pakistan e riconosciuto come autorità religiosa. Nella prefazione sono contenute alcune domande chiave e le relative risposte. Tra i quesiti proposti uno riguarda quali sono i diritti dei non musulmani in uno Stato islamico. La risposta è che l’Islam non solo garantisce la tutela dell’onore, della vita e della proprietà dei cittadini che non sono di religione musulmana. Fa questo, tutelandoli alla stregua dei musulmani. Nella società islamica, poi, viene evidenziato nel volume e, di conseguenza, nell’editto, i non musulmani hanno completa libertà religiosa e personale. Anche la proprietà e i luoghi di culto delle altre religioni vengono tutelati. Vale a dire: si potrebbe edificare anche una chiesa in un paese di religione musulmana».

Tra gli altri quesiti proposti, ce n’è uno riguardante l’assassinio dei fedeli di religione non musulmana. Si domanda esplicitamente, infatti, nel libro se sia “lecito rapire o assassinare delegazioni stranierinon musulmane o cittadini non musulmani?”. «La risposta è che l’importanza che viene assegnata all’inviolabilità e dignità della vita umana – continua Aisha – può essere compresa dal fatto che l’Islam non permette uccisioni indiscriminate neppure quando gli eserciti musulmani sono impegnati nelle guerre contro truppe nemiche. In tutto sono sette le domande con le relative risposte. L’editto condanna, poi, espressamente il terrorismo con queste parole: “la stragrande maggioranza dei musulmani si oppone al terrorismo e lo condanna in termini inequivocabili. Tuttavia, una minoranza trascurabile,

ma ben visibile e udibile, sembra approvare tacitamente il terrorismo; invece di opporsi a esso e condannarlo, costoro confondono le cose, ricorrendo ad argomentazioni fuorvianti e finiscono per provocare perplessità».La fatwa originale è composta da 600 pagine scritte in urdu.


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