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CREMONA – La comunità islamica di Cremona condanna il «barbaro» attacco al giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. E lo fa pubblicamente, attraverso la voce dell’imam di Cremona, Nabile Issa. «La pace sia con voi. Noi siamo contro la violenza e il terrorismo non solo in Francia, ma in tutti i Paesi. Queste persone utilizzano l’Islam come una coperta per le loro cose. Non sono musulmani. Dobbiamo essere uniti contro la violenza e il terrorismo». L’imam Issa lo predica dal palco allestito nel cortile Federico II, all’iniziativa, ieri alle 18, ‘Siamo tutti Charlie’, manifestazione di solidarietà alle 12 vittime (e agli 11 feriti) della strage dentro e fuori la redazione del giornale satirico. Nel cortile Federico II, l’imam Issa è con i rappresentanti del centro culturale islamico ‘La Sapienza’. Accanto al predicatore, c’è Rachid Azizi, proprio giovedì 8 gennaio eletto presidente della moschea, dove il 9 gennaio alle 13, dopo la preghiera del venerdì, si condannerà l’attacco terroristico di Parigi.

 

Quarantatré anni, a Cremona dal 2000, Azizi è nato a Casablanca. «Quello che è successo a Parigi, mi ricorda la strage di Casablanca (nel maggio del 2003) — afferma —. In quella strage potevano ammazzare mia madre. Questo non è l’Islam. E’ una organizzazione sconosciuta. Noi siamo musulmani, siamo credenti. Basta leggere il Corano: chi ammazza va all’inferno. Io sono musulmano credente e voglio andare in Paradiso».

 

«Siamo sempre contrari alla violenza. Questo non è l’Islam». Quel ‘sempre’ lo ripete tre volte Lahcen Maguini, fino a mercoledì presidente del centro culturale islamico. Operatore ecologico, 47 anni, da 18 in Italia, sposato e padre di quattro figli, Maguini condanna «questi terroristi che sotto la bandiera dell’Islam fanno queste cose per loro interessi personali e in questo modo sporcano la faccia dell’Islam. Noi non siamo come loro. I musulmani non sono questi. Il Corano, Allah non dice di uccidere». Non è la prima volta che Maguini prende le distanze dagli attacchi terroristici. Mentre sul palco del cortile Federico II si susseguono gli interventi e la gente alza le biro, il pensiero di Maguini va ad un’altra, recente, strage. Alla strage di bambini compiuta il 16 dicembre scorso da sei uomini di un commando talebano, nella scuola Warsak Road, a Peshawar, in Pakistan. «Centoquaranta bambini uccisi. Cosa c’entrano i bambini?». E quel ‘cosa c’entrano i bambini?, lo ripete tre volte l’ex capo della moschea. «Maometto, i profeti prima di Maometto, nessuno dice che si devono uccidere le donne, i bambini, gli uomini. Questo non è l’Islam. Al Qaeda, Isis, non si sa ancora a quale organizzazione appartengano questi questi di Parigi, ma al di là delle sigle, per noi sono terroristi e li condanniamo», prosegue Maguini.

 

«Siamo qui per dire che noi siamo contro il terrorismo e contro la violenza», afferma il pakistano Arif, presidente volontario di Minhaj ul Quran, «associazione presente in 90 paesi del mondo». Trentacinque anni, da dieci a Cremona, Arif ha organizzato la fiaccolata che si è tenuta il 20 dicembre scorso in piazza Stradivari per ricordare i 132 bambini vittime della barbarie talebana.
REF: http://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/107033/La-comunita-islamica-cremonese–.html


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